In questo articolo andiamo a scoprire cos’è e i segreti del droop con Joseph Quagraine fondatore e proprietario della JQ Racing. L’escursione inferiore degli ammortizzatori (droop) è, a mio parere, un settaggio fondamentale, forse anche più dell’altezza da terra, ma nonostante ciò è spesso sottovalutato. Questo parametro influenza tantissimo il comportamento della macchina, molto più di altre regolazioni più “famose” e deve essere sempre considerato quando si ricerca il setup perfetto. Il droop determina come la macchina salti, atterri, percorra le curve o… cappotti! Scopriamolo insieme!
Che cos’è il droop?
L’escursione inferiore è la differenza fra l’altezza da terra e la massima altezza a cui si può sollevare il telaio senza che le ruote si stacchino dal suolo. Alzando la macchina, quindi, le gomme staranno a contatto col terreno per una quantità di X di movimento del telaio dove X = escursione inferiore o droop. Maggiore è questa distanza, maggiore è il droop e maggiore, quindi, sarà il rollio della macchina e la capacità delle gomme di copiare le variazioni del terreno.
Quando si accelera, con un droop elevato, le ruote anteriori restano a contatto col terreno anche se molto del peso viene trasferito al posteriore. In generale, al crescere del droop, corrisponde un incremento del grip, un migliore comportamento nei salti e uno sterzo più morbido, cosa consigliabile nei circuiti a media tenuta e sconnessi.
Meno droop si traduce in una maggiore velocità di percorrenza delle curve, perdita di aderenza improvvisa e uno sterzo più aggressivo ed è preferibile impostarlo nei circuiti piani e con alto grip. Il rovescio della medaglia, nell’usare un droop elevato, consiste nel fatto che la macchina tende a inclinarsi molto in curva fino ad arrivare a camminare su due ruote o, peggio ancora, rovesciarsi. Se si usa troppo poco droop, invece, la macchina non salta e non atterra troppo bene e può perdere aderenza al posteriore in curva, all’improvviso lasciando pochissimo margine per le correzioni.
Le opzioni di settaggio
Tanti automodelli montano delle viti sui braccetti che fungono da fine corsa sul telaio per limitare il droop. Altre non offrono questa opzione e costringono ad arrangiarsi inserendo degli spessori nei pistoni. Entrambi i sistemi hanno i loro pro e i loro contro. Le viti sono un sistema più facile e rapido, ma i settaggi non sono precisi nel tempo perché le viti alla lunga si spostano e forzano le filettature (specialmente sulla plastica).
Gli spessori negli ammortizzatori offrono una migliore precisione, ma richiedono più tempo per essere regolati perché bisogna, ogni volta, smontare tutto. Per regolazioni minori c’è sempre il vecchio trucco del giunto a sfera: basta avvitare o svitare il supporto dell’ammortizzatore di uno o due giri per testare un particolare settaggio. Ricordate, però, che si tratta di un punto debole di molti modelli, quindi usate questa pratica solo temporaneamente mentre definite la vostra messa a punto.
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