Alcuni giorni fa abbiamo fatto una serie di considerazioni sul mondo che ruota intorno al Recon G6 e al ParkerFest 2018. Non è tutto lì, c’è stato molto altro in questo week end passato nel mezzo della natura.
Competizioni al Recon G6? Sì, ce ne sono, ma sono fatte in modo divertente e diverso da come ci aspetteremmo. Certo, chi non ha vinto magari non era contentissimo, ma tutto si è svolto in modo semplice e divertente.
Il “Sciur” Parker ha pensato e realizzato dei contest in cui i piloti hanno potuto dare prova della propria abilità, resistenza fisica e, in alcuni casi, della propria fortuna, come con l’estrazione a premi. Una gara endurance con il pilota che corre accanto al suo automodello RC per tre, sei o dodici ore. I migliori hanno coperto la distanza di una maratona… o due.
Una gara sprint in parallelo con due salti e una transenna da superare. Chi ha vinto? Chi è sopravvissuto ai folli ostacoli di quei 20 metri di accelerazione, ma poco importa. Tutti si sono divertiti.
Una gara di estetica dove sono stati premiati il miglior modello, la miglior verniciatura, la miglior 2.2, la più bella rat style, la miglior 3 assi, la più strana, la più hippy, i migliori interni, il miglior militare, il miglior arredo, il miglior… confesso che ho perso il conto delle premiazioni ma erano tantissime. Per un attimo ho avuto paura volesse dare un riconoscimento a tutti i partecipanti e se lo sarebbero meritato per spirito e realizzazioni.
Nella foto qui sotto vorrei farvi notare le parti arrugginite.
Una gara trial a tempo e penalità su un percorso disegnato con del gesso blu sulle rocce. 6 minuti di tempo o fino a quando non esci dal percorso con due gomme… In gara, tra gli altri, c’erano fratello e sorella che hanno girato uno dopo l’altro, ognuno con il suo modello. Un meraviglioso quadretto familiare completato da due genitori che non fatico a definire fantastici!
Da notare che mentre tutti erano ammassato a bordo tracciato per guardare le evoluzioni dei partecipanti i modelli erano tutti posizionati in fila indiana dalla parte opposta della buca.
C’erano piloti d’esperienza, improvvisati e amatoriali, ma tutti erano a guardare i complicatissimi passaggi con la stessa passione e attenzione. La maggior parte dei piloti di è fermata dopo pochi… centimetri! Arrabbiati? Parole? No! Voglia di riprovarci? Sì, tanto che alcuni dopo la fine del contest l’hanno fatto. La sfida è personale, è contro se stessi e contro il percorso, aiutati da chi sta intorno. Gira di più. Tira il verricello. Prova ad andare indietro e controsterzare. Non dare troppo gas altrimenti esci dal percorso. Tanti erano gli spotter, chiunque fosse il pilota. Senza scopi di squadra ma solo per la soddisfazione di vedere l’ostacolo superato, perché è lui il nemico! Non bisogna battere chi l’affronta con la radio in mano come farebbe un pilota da gara, ma bisogna battere il percorso, vincere la natura dimostrando che possiamo essere più forti e superare ogni difficoltà.
Il resto del Recon G6 è una grande festa. Percorsi infiniti, lunghi, di tutti i generi. Dentro al fiume, nel bosco, sulle rocce, nella pista trial per auto vere, su una zattera da trainare sopra un metro di acqua fangosa.
Ora permettetemi un altro parallelo con il mondo delle gare. I modelli scaler non sono economici. Ho visto telai nudi da quasi mille euro ai quali aggiungere, carrozzerie, accessori, elettronica, gomme, zavorre e ammortizzatori.
Tutto materiale che gli appassionati comprano per il piacere di montarlo sul modello, per il piacere di vederlo. Accessori che vengono presi perché così il modello va meglio. Nulla viene comprato perché lo impone un regolamento.
Se hai accessori hai dei punti alle gare, vero, ma nessuno ti impone il tipo o la marca di accessorio.
Per la gara non devi comprare le gomme della marca x e della mescola y. Il motore non devi noleggiarlo della marca z.
Non devi avere il portapacchi fatto da Paperino o i fari di Paperoga.
Hai un portapacchi? Hai il punto bonus estetico. Non hai il portapacchi? Non avrai il punto ma un miglior baricentro del modello… libertà di scegliere, di spendere, come, quando e quanto si vuole, ma anche libertà di farsi le cose da soli, costruendole con le proprie mani.
Ora penso alle gare in pista… no li non vado a correre perché mi fanno spendere troppo di gomme! Vai a vedere il costo gomme e scopri che facilmente parliamo di 3 euro di differenza tra queste e quelle delle gare più economiche. Di fatto vengono viste come una tassa, eppure sono materiale di consumo.
Si è concluso anche questo Recon 2018, sto già aspettando le date del 2019 e chissà… magari potrei provarci con uno dei tanti modelli che molti amici mi hanno offerto in prestito. Ecco, questa è un’altra caratteristica di questo mondo. Non si ha paura di prestare una macchina a un amico… in pista se succede è solo per qualche giro pochi minuti se non secondi e spesso si vive la cosa, da ambo i lati, male. E se la rompo? E se me la rompe? Se non gli piace?
Qui nessuna paranoia del genere, quindi perché non provarci?
Andrea Brianza
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