Il mondo scaler l’ho sempre visto con simpatia da fuori, cioè da dietro una transenna alle fiere di Novegro o di sfuggita nelle poche occasioni che ho avuto di frequentare, per altre discipline, le piste di Rescaldina e di Rho. Il Recon G6 è, invece, un’eccezione. L’ho scoperto “per caso” lo scorso anno e ho fatto l’impossibile per esserci anche questa volta. All’autodromo di Maggiora si va per le auto vere o per il Recon.
Da dietro l’obiettivo spesso ho modo di apprezzare dettagli che un semplice appassionato non nota. Qui ho visto quella che oggi è forse la parte più sana del nostro hobby. Non intendo salutare e/o salutista. Se è vero che da questo punto di vista gli scaler obbligano i piloti a camminare parecchi Km nel bosco, io ne ho fatti 18 in due giorni, respirando aria pulita, è anche vero che poi tra grigliate e birre in compagnia.
Ecco… è quest’ultimo l’aspetto che intendo “sano”… mi perdonino i dietologi.
Amici, condivisione, relax, solo divertimento tra appassionati che si aiutano a vicenda, parlano di gomme, carrozzerie, sospensioni, ma non solo. Non si condivide solo una passione modellistica. Di condivide una tenda, un camper, un gazebo, una camminata, un’idea e si parla di tutto, come veri amici anche se ci si è conosciuti il giorno stesso.
Un ambiente dove se ti viene voglia di entrare, ti senti subito a casa.
Ho visto molti ex piloti da “gara” che correvano con me alcuni anni fa e che erano spariti dalle piste. Li ho rivisti qui. Forse sarebbe il momento di fare delle riflessioni importanti sulla nostra società, non solo sul nostro hobby.
Ciclicamente le piste si domandano perché non c’è ricambio e perché i piloti non vanno alle gare. Credo che il problema sia propio qui.
Si parla di gara.
Si parla di provare in vista della gara.
Si parla di usare le gomme, i motori e altro che viene imposto.
Si parla di un ambiente che diventa distaccato, umorale e poco friendly dove il vicino di tavolo è il nemico e non uno con con il quale andare al bar dell’autodromo.
Questo non vale solo per il modellismo. lo vedo anche sentendo amici che hanno altri hobby.
Chi pesca, va a provare la nuova canna, la lenza, il mulinello il posto nuovo non più per rilassarsi a bordo fiume ma per la gara di pesca che si svolgerà a breve…
Lo vedo tra i ciclisti amatoriali, i podisti o chi fa crossfit o altre discipline. Seguono programmi di allenamento precisi e rigorosi come se dovessero vincere le olimpiadi il mese prossimo. Il massimo risultato nel minor tempo.
Quando pedalavo uscivo il sabato mattina e in base all’umore andavo verso i laghi o verso le montagne, oggi corro a piedi e faccio 6 o 9 Km in base alla voglia (e al fiato)… sbaglio io o sbagliano gli amatori/professionali?
Forse nessuno, ma sicuramente cambia lo spirito con il quale si infilano le scarpe, gli stivali, s’inforca la bici o si accende la radio.
Oggi bisogna primeggiare, bisogna farsi vedere migliori dell’amico, bisogna emergere… il problema non è l’hobby o il regolamento, ma il mondo che ci circonda e che inevitabilmente influenza le nostre attività amatoriali facendocele vivere male.
Per il momento, il mondo scaler è fuori da questo cinema e permette ancora la fuga dalla stressante società moderna. I momenti di competitività sono per lo più limitati alle gare di estetica e alle gare di trial, dove la sfida principale è più contro se stessi che contro gli altri. Ho visto gente tentare lo stesso passaggio 10 volte finché non gli è venuto, non finché lo l’ha fatto meglio di un altro. Una volta fatto… si passa oltre.
Ho visto famiglie. Mogli e compagne. Vedo ragazzini e vedo ragazzine! Si, avete lette bene e non è un refuso! Genere femminile e giovane!
Qualcuno recentemente mi ha detto: “Eh… ma portare la famiglia in un bosco è più facile che in pista, perché la pista non offre attrazioni”
Perdonatemi, non è una risposta accettabile! La pista deve essere appetibile. Bagni, bar, gente simpatica senza bestemmie, urla, stress… Rilancio con un’altra domanda: “Perché le fidanzate che provano una macchina da gara la schifano e le stesse fidanzate oggi le vedo guidare uno scaler di loro proprietà?”
Sicuramente la passeggiata con amici rilassati, nei boschi fa la sua parte. Ma non venite a dirmi poi che il problema sono i bagni della pista perché anche i boschi non li hanno! L’hobby deve portarci fuori dai problemi quotidiani, non crearcene di nuovi e diversi. E in questo il modellismo ha sempre fatto e fa ancora la sua ottima parte. Lo vedo nello statico, che però vive momenti di crisi dettati da altri problemi e lo vedo qui… purtroppo spesso non lo vedo in altri contesti, specialmente non lo vedo in certe piste/ambienti.
Andrea Brianza
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