Io per lavoro produco automodelli statici per collezionismo e per hobby ho sempre fatto RC racing a vari livelli in varie categorie. Lo ammetto senza problemi, gli Scaler e il Crawling li ho sempre seguiti poco. Non ho mai avuto l’occasione di approfondirne la conoscenza.
Frequentando le fiere di settore, con il mio lavoro di giornalista, guardando i siti come Hobbymedia e frequentando amici che praticano queste due discipline non sono completamente analfabeta sugli argomenti Scaler e Crawling, ma non posso nemmeno dire di conoscerli a fondo. Dal punto di vista dei telai e dei numerosi accessori, dei set up parzialmente si, ma la disciplina nel suo DNA no. Ci sono aspetti che mi sono oscuri, ma come tutto il modellismo mi incuriosisce.
Forse dirò delle ovvietà per chi pratica queste discipline, ma per chi non le conosce forse sarà uno spunto anche per migliorare ambienti diversi da questo. Le mie impressioni al #recong6 sono state forti, sensazioni che mi fanno pensare e ragionare. Sensazioni che voglio condividere con voi.
Telai e gomme sono ovviamente studiati per funzionare al meglio sui terreni di utilizzo, per avere grip nei punti scivolosi, arrampicarsi sulle rocce, muoversi agevolmente nei fiumi e tanto altro.
Le carrozzerie e i numerosi accessori servono per dare quel realismo che non si limita all’essere bello da vedere sia sulla mensola di casa che nei percorsi più o meno difficili tra fango, rocce e boschi.
Carrozzerie rifinite come quelle di un’auto vera, abitacoli curati, piloti verosimili, luci funzionanti e tanta, ma tanta coreografia che è li per puro gusto estetico, per trasmettere passione e realismo a chi pratica e a chi osserva da fuori. Non serve, non è funzionale, non fa andare meglio, anzi a volte è proprio il contrario perché è peso da spostare che crea qualche problema di baricentro, ma offre quell’alone di avventura intorno al modello che rende affascinante la categoria.
Tutto quello che si può mettere nel cassone di un pick up o su un portapacchi, lo trovate. Il realismo dei mezzi è assicurato anche da adesivi, scritte, targhe, specchietti retrovisori, verricelli, ganci traino e molto altro tutto in scala…
Ho visto gomme, attrezzature da campeggio, servizi antincendio, generi di sopravvivenza, taniche e fusti di benzina, bombole del gas, ombrelloni, casse di birra, griglie e tantissimo altro. Tutto come se fossero dei veri mezzi pronti a partire per un campeggio “estremo” o una missione in ambienti ostili come il deserto o una foresta.
Fin qui nulla di particolare, sono cose che abbiamo sempre visto. Magari non curati come certi modelli presenti qui oggi, ma li abbiamo sicuramente visti.
Quello a cui però non ero preparato sono le famiglie. Sono abituato a vedere piccoli gruppi di amici che condividendo la passione, fanno trasferte assieme. Raramente vedo qualche fidanzata che chiacchiera a bordo pista annoiata dalle macchine che girano.
Qui invece ho visto nonno, papà, mamma, figlio e cane tutti in giro assieme, ognuno con il suo modello (tranne il cane), con la radio in mano a divertirsi, passando un week end lontani da lavoro, stress, vicini di casa, politica, arrabbiature e altri veleni della vita quotidiana. Sempre sorridenti anche quando il modello precipita per 5 metri di scarpata.